martedì 16 giugno 2009

Economia ed etica ...

Segnali altalenanti di ripresa. Una crisi che ha messo in ginocchio il mondo intero e dalla quale è e sarà difficile riprendersi.
Come è nata, quali sono le cause, chi ne ha la colpa? Tutte domande più che legittime.
Il sistema bancario fu inventato dai Templari nel medioevo che, durante le loro missioni, trasferivano somme di denaro per conto degli allora potenti della terra. Tali somme venivano ritirate alla partenza e consegnate a destinazione su presentazione di documentazione attestante che il destinatario era l’avente diritto.
Da allora il sistema bancario mondiale si è evoluto. Da garante delle somme depositate è diventato investitore e speculatore. La speculazione ha creato appetiti sempre crescenti così è stata inventata la borsa, inizialmente governata da logiche di mercato reale, poi, via via dirottata verso un’economia virtuale, più immediata nella realizzazione di grandi profitti.
Parallelamente al sistema bancario si è evoluto il sistema e lo stile manageriale. La fame di profitti e la consacrazione al Dio denaro hanno creato generazioni di manager senza scrupoli e senza coscienza, che, pur di “profittare”, non hanno esitato ed infrangere ogni regola, sia morale che legale.
Questo sistema ha creato una bolla economica dietro la quale c’era il nulla.
I primi a farne le spese sono stati i piccoli risparmiatori, raggirati e truffati. Poi il sistema non ha più retto. La bolla è esplosa e tutta la “fuffa” che conteneva è emersa. Pochi si sono enormemente arricchiti a scapito di molti. Tanti sono rimasti “tritati” negli ingranaggi di una macchina alla deriva.
Ma allora tutto il sistema economico mondiale ha fallito?
No! Sono gli uomini che hanno fallito, non il sistema. E’ l’avidità che ha portato al fallimento.
Un sistema economico equilibrato è possibile. Deve basarsi su elementi concreti, su risultati produttivi, bilanci reali delle imprese mondiali. Sul mercato “vero”.
Ma affichè ciò sia possibile occorre innanzi tutto recuperare quell’integrità morale ormai non solo dimenticata, ma addirittura derisa ed additata come difetto.
Deve finire l’esaltazione della furbizia a scapito della lealtà imprenditoriale e sociale. Si deve lavorare tutti insieme per rialzarci e ricominciare a produrre e consumare.
Ed occorre recuperare anche una dimensione più umana della produzione; dei ritmi competitivi ma non esasperati, a scapito della qualità delle idee e dei prodotti.
Economia vera competizione leale. Proviamoci!

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